Oggi vorrei creare nella mia città il museo dei soldatini di piombo legati ai reggimenti britannici: sarebbe una cosa epocale (parliamo di oltre 17mila pezzi, ndr), anche perché sono membro di due importanti club a Londra e intrattengo rapporti diplomatici con la Casa Reale, ambienti che apprezzano quando la loro cultura viene esportata. Oggi sono considerato un ambasciatore della Gran Bretagna in Italia e questo mi onora particolarmente: la Scozia e l’Inghilterra sono le mie zone d’adozione. Non sopporto il viaggiatore seriale, amo andare nei posti che per me rappresentano casa. Oggi – conclude – mi sento a mio agio a fare l’italiano che gioca così bene a fare il britannico al punto che, quando mi trovo nel Regno, chi ancora non mi conosce crede sempre che io sia un concittadino”.